Astrattismo Figurativo

Astrattismo figurativo

Il linguaggio pittorico astratto è un una corrente espressiva che vanta tra le più svariate forme comunicative. Volendo spiegare la pittura astratta in modo riassuntivo ma non del tutto esaustivo, possiamo dire che l’immagine pittorica non vuole rappresentare soggetti riconducibili alla realtà visibile. È in netta contrapposizione con la pittura figurativa, che propone appunto figure più o meno reali ma sicuramente attribuibili ad un ambito percettivo. L’astratto è l’esatto contrario, a-figurativo, non presenta (solitamente) figure. Può essere arte fine a se stessa (Rothko, arte per arte) oppure evocatrice di sentimenti tramite la forza del colore… forse tra tutte le sue sfumature è proprio quest’ultima quella che mi interessa di più e che si può applicare maggiormente alla mia idea di fusione col figurativo, ricerca di cui ormai mi occupo da anni. 

Mark Rothko, No 1 (Royal Red and Blue)

Durante una delle mie riflessioni personali mi sono però accorta che i miei astratti non sono del tutto definibili tali. Il mio linguaggio astratto, oltre ad essere particolarmente evocativo di certe visioni dello spazio profondo o agli abissi marini, vuole rappresentare qualcosa di esistente: la nostra realtà spirituale, la più intima e impalpabile parte di noi stessi. 

Dalla notte dei tempi lo spirito umano ricerca l’ascesa, l’elevazione dalla sua condizione, la trascendenza da questa vita finita. Desiderio dell’Altissimo, esplorazione del proprio cielo interiore o mondo platonico delle Idee… Anelito Universale. È questa sfera che voglio rappresentare con i miei dipinti che per facilità chiamo astratti ma che in realtà non lo sono, perché appunto vogliono rappresentare una realtà esistente, percepibile ma difficilmente riportabile.

I dischi dorati spesso ricorrenti sono simboli di pensieri e sentimenti che ricercano la via verso l’Alto, verso una luce più grande, una luce fatta di spirito e irrappresentabile. Sono Idee che salgono, creando percorsi di luce, o pensieri nascenti come stelle nelle nebulose. 

Ascendo, 2019

Quando questo tipo di mio personale astrattismo si fonde con un volto figurativo, solitamente vuole sottolineare l’emozione che quel volto trasmette; oppure cerca di rappresentare l’idea astratta dell’interiorità del soggetto rappresentato (“Nascita di un Pensiero” o “Sviluppo di un Pensiero”). 

Nascita di un Pensiero, 2019
Sviluppo di un Pensiero, 2019

I colori hanno una forte caratterizzazione simbolica, a cominciare con l’oro zecchino dei dischi. L’oro, nella tradizione pittorica occidentale, e soprattutto nel periodo medioevale, è il metallo della regalità e della divinità, tanto da assumere le caratteristiche di luce spirituale. Pensiamo agli sfondi delle pale d’altare gotiche, che non erano altro che rappresentazioni del cielo del Paradiso, inondato di luce divina e spirituale. I toni di blu che solitamente uso rimandano ai cieli giotteschi e anche loro sottolineano la sfera celeste. Amo usare infine i colori della terra, i bruni, connessi al mondo terreno, alla materialità, creando quindi, nelle mie opere, un discorso dualistico tra Cielo e Terra, tra spiritualità e materialità, come se esse fossero l’espressione stessa della nostra doppia natura, quella corporale e quella spirituale.

0 Comments

  1. Gianluigi Novembre 7, 2020 at 4:57 pm

    complimenti è una interessante e personale esposizione della pittura astratta

    1. giuliacalvanese5 Novembre 8, 2020 at 11:10 am

      Grazie Gianluigi, sei sempre gentilissimo! Un abbraccio!

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *