Cento anni fa…

C’era una volta una famiglia. Sembra l’inizio di una favola, ma non lo è. C’erano cinque bambini fortunati, quattro bellissime sorelle e il piccolo fratellino. Erano fortunati perché vivevano in una casa calda e accogliente ed erano amati dai loro genitori che si amavano tantissimo a loro volta. Erano fortunati per l’amore che gli univa che era forte, bello, e integro. Eppure, allo stesso tempo, erano terribilmente sfortunati: il loro papà, Nicola, era lo zar di tutte le Russie in un momento storico di grande scontento, intriso di problemi che lui da solo non sapeva come fronteggiare. Erano sfortunati perché il fratellino aveva una terribile malattia che lo teneva perennemente tra la vita e la morte. Erano sfortunati perché esattamente cento anni fa, una persona decise che dovevano morire seppure ormai Nicola non era più lo zar e suo figlio non lo sarebbe mai stato, avendo il padre abdicato per entrambi.

Quando furono fucilati e finiti a colpi di baionette, le quattro sorelle avevano tra i 17 e i 23 anni, il fratellino andava per i quattordici.

Non sta a me giudicare i possibili errori politici di Nicola II e di sua moglie Alexandra, non sono russa e non sono una storica, ma i loro diari parlano d’amore: l’amore dapprima di una coppia di sposi che si è amata profondamente nel rispetto reciproco, l’amore che ha dato alla luce cinque splendidi figli, e l’amore tra questi cinque fratelli, fatto di risate e di giochi.

Prima di essere messi agli arresti, fu chiesto alla zarina e alle sue quattro figlie se volevano essere esiliate, lasciando l’ex zar e l’ex erede al trono in Russia. La risposta fu negativa, perché l’amore tutto può e tutto sopporta e in una famiglia in cui risiede l’amore si sostiene chi è nella pena.

Sono legata a questa famiglia distante da me nel tempo e nei luoghi ormai da tanti anni, venti per essere precisi. Esattamente vent’anni fa ho conosciuto la loro vicenda e da lì a poco sarebbe morto mio nonno, il primo della mia famiglia ad andarsene. Da allora, quando la mia famiglia ha vissuto momenti di pericolo ho guardato sempre a loro, al loro esempio e all’amore che li legava, e mi sono sempre sentita aiutata e confortata. Amarsi in una famiglia è possibile, anche se i tempi sono pieni di odio e di rancore, era possibile cento anni fa, è possibile anche adesso. Riposate in pace, Nicola, Alexandra, Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e Alexei. Santi Martiri Imperiali, pregate il Signore per tutte le nostre famiglie e vegliate col vostro amore su di esse.

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Icona proveniente dalla chiesa dei Santi Pietro e Paolo di San Pietroburgo, luogo di sepoltura della famiglia Romanov, che ho potuto visitare il maggio scorso

E questo, il mio personale tributo, alla più giovane delle figlie dello zar: Anastasia, anima artistica che ho sempre riconosciuto come un’amica al di là del tempo.

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