MERAVIGLIA!
Vicino a Matera, tra fiori magenta e ulivi argentei, si trova una grotta nascosta sulla parete di una gravina. La sua formazione è già un miracolo, si tratta di un pertugio tra due strati sedimentari, uno derivante da un oceano e l’altro da un mare; ma il miracolo più grande è l’interruzione di un corso d’acqua che fino a quindici milioni d’anni fa correva in mezzo alla grotta e che avrebbe creato la gravina lì, se non fosse stato appunto interrotto da un qualche fenomeno geologico. Parlo di miracolo perchè sembra che questo evento, così remoto nel tempo, sia stato già di preparazione per quello che successe in quel luogo milioni di anni dopo.
Meraviglia. Assoluta meraviglia.
Intorno al IX secolo, un gruppo di monaci benedettini decide di prendere possesso della grotta miracolata e vi crea una piccola chiesa. In seguito all’arrivo dei saraceni e con il dominio arabo, la chiesa rupestre viene dimenticata da tutti tranne che dai contadini. Negli anni sessanta un gruppo di giovani comincia ad inventariare tutte le pitture rupestri e “riscopre” la chiesa dei monaci.
Oggi, dopo una bellissima e rilassante passeggiata tra i campi, sono scesa in quella grotta.
All’inizio c’è solo il buio, non nascondo di aver avuto anche un po’ di timore nel scendere le scale in legno che portano nella grotta, come ogni volta che mi capita di scendere in qualche meandro oscuro.
Pian piano gli occhi si abituano alla mancanza di luce e sulle pareti cominciano ad intravedersi figure longilinee. Quando si accendono le luci l’emozione è unica. Dall’oscurità si passa ad un mondo di panneggi colorati e di fiori vermiglio che si intrecciano e si susseguono in tutte le scene.
Sotto a tre arcate scavate nella pietra si vedono gli apostoli Pietro, Giovanni e Andrea, sotto l’arco di sinistra, la Madonna, ritratta con gli abiti di imperatrice celeste, adorata da sue sante e con in braccio il Bambino, sotto l’arco centrale, e sotto quello di sinistra, i tre arcangeli, Gabriele, Michele e Raffaele. A destra vi è un bellissimo registro con alcune scene della Genesi, dalla separazione da parte di Dio di luce e tenebre, rappresentate in forma umana, alla creazione dell’uomo fino al peccato originale. Le figure hanno la solennità dello stile bizantino ma conservano dolcezza ed espressività.
Quando si visita la Cripta del Peccato Originale si ha l’impressione di fare un salto nella storia e di ritrovarsi accanto a quei monaci che invece di erigere una chiesa scelsero come luogo di culto una grotta, forse perchè per quel luogo sentivano una spinta spirituale più intensa; del resto Cristo nacque proprio in una grotta.
Qualunque cammino di elevazione spirituale parte dal basso, dalla terra, per salire verso il cielo e la luce. In questa grotta sembra di immergersi nelle cavità oscure della terra per scoprire la luce della rinascita. Il tutto è reso ancora più suggestivo da un sapiente lavoro di restauro e conservazione portato avanti da un’équipe di giovani che hanno saputo valorizzare un gioiello del patrimonio artistico e culturale della nostra penisola.
Questi sono i link per visitare il loro sito e il sito della Cripta:
www.distrettohabitatrupestre.it
www.criptadelpeccatoriginale.it
Non ho scattato nessuna foto, per il copyrigth non è permesso ed è giusto che sia così, quindi vi rimando alla visita dei due siti per scoprire la bellezza degli affreschi che ho cercato di descrivere.