Riflessioni sui capolavori

 

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Oggi, durante una lezione, ci è stato chiesto che cos’è per noi un capolavoro, inteso non come opera significativa di ogni singolo artista, ma come opera d’arte importante nel corso della storia.

Ci siamo espressi in tre: una di noi ha detto che per lei un capolavoro è un’opera che riesce ad essere “contemporanea” in tutte le epoche storiche, un’altro ha detto che si tratta di un’opera capace di creare una svolta o una cesura significativa nel modo di fare arte, ed infine io ho espresso l’opinione che si tratta di un’opera in grado di trasmettere un messaggio universale.

Probabilmente tutti i tre commenti sono validi e non esiste una singola e oggettiva definizione del termine “capolavoro”; o forse, il vero capolavoro è quello che riesce a custodire e tramandare tutti e tre questi elementi.

 

UNIVERSALITÀ, COMTEMPORANEITÀ, SVOLTA.

 

Nelle mie riflessioni personali, prendo sempre come punto di partenza, vuoi per “simpatia”, vuoi per i miei studi, i grandi artisti del Medioevo. In questo caso, penso a Giotto. Nei suoi affreschi per la Cappella degli Scrovegni, ma anche in quelli di Assisi, egli riesce a mettere insieme tutte e tre queste caratteristiche. I suoi cieli azzurri e la sua maniera di vedere il mondo, segnano un punto cruciale nella storia dell’arte, che dopo di esso risulta essere completamente rivoluzionata. Il suo linguaggio espressivo è ed è sempre rimasto attuale, tant’è che non si fa fatica ad immaginare dei dettagli dei suoi affreschi riproposti come possibili opere nelle nostre gallerie d’arte. Infine Giotto riesce a comunicare un’idea di spiritualità e un sentimento di pathos in cui ogni uomo si può ritrovare; si tratta di un linguaggio che può essere riconosciuto e compreso da chiunque senza nessuna differenza di grado di acculturazione o di area geografica di provenienza.

Da tutto questo mi sorgono naturali alcune domande. Nel panorama artistico odierno vi è qualcosa di simile? Se si, chi e perchè? Se no, possono gli artisti di oggi (me compresa), proporre qualcosa di altrettanto elevato? Oppure l’arte ormai è così “specializzata” in singoli ambiti da non poter più parlare un linguaggio universale? O, forse, è talmente variegata, comprendendo qualunque materiale o tecnica, da non riuscire più a creare una svolta?

Vi lascio queste domande… Voi che cosa ne pensate?

Se qualcuno lo volesse, può lasciarmi un commento qui sotto.

 

0 Comments

  1. Silvia D.V. Aprile 27, 2014 at 7:10 pm

    Domande riflessioni complesse cara Giulia…merita una attenta e ponderata riflessione. Lascerò navigare nel mare della mia mente queste domande in modo che si espandano e cerchino una soluzione adeguata.
    così istintivamente rispondere che un capolavoro è ciò che ha fatto rimanere senza fiato generazioni e generazioni di esseri umani, qualcosa che ha dell’incredibile eppure tangibile e fortemente umano, creato, plasmato da un atto creativo che è presente nell’artista che chiamato si esprime fino al limite visivo e spirituale conosciuto!

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