articolo scritto in seguito alla conferenza stampa della MiArt 2023 di gennaio
Il 18 gennaio si è tenuta, presso la Sala della Passione della Pinacoteca di Brera, la conferenza stampa riguardo alla fiera miart, edizione 2023. La fiera avrà luogo presso la Fiera di Milano dal 14 al 16 aprile dell’anno corrente.
“La parola d’ordine” di quest’anno (che non si capisce se sia il titolo, il tema o altro) è Crescendo, in riferimento al movimento musicale e volendo esprimere un senso di ingrandimento e ampliamento verso un progetto che ancora rimane segreto ma su cui stanno lavorando da anni gli organizzatori. Sicuramente è cresciuta la presenza di gallerie estere, che sono il 40% in più rispetto agli anni precedenti.
Quest’anno miart ospiterà quindi 169 gallerie, con una grande implementazione di quelle che hanno sede anche all’estero o sono del tutto estere; sono inoltre previsti vari premi offerti da grandi sponsor tra cui Herno, Rotary Club, Ruinart ed altri prestigiosi. Banca Intesa Sanpaolo, il main partner come di consuetudine, darà spazio ad artisti emergenti selezionati con una mostra nella Vip Lounge e presenterà i propri programmi di gestione per privati del patrimonio artistico.
È prevista allora la presenza di grandi sponsor, di gallerie di altissimo profilo sia nazionale che internazionale e infine… di artisti.
Lasciando in sospeso la mostra di artisti emergenti di Banca Intesa Sanpaolo; la domanda che nasce spontanea è: “miart è una fiera d’arte o una fiera di galleristi d’arte?”. La sfumatura può apparire minima, sottile, ma sicuramente non lo è agli occhi degli artisti. Un artista non rappresentato da nessuno sponsor, da nessuna galleria, può esporre al miart o deve “munirsi” di una galleria? È una domanda che pongo, perché non lo so e, forse, potrebbe dare spunto a chi di dovere per dare più ampio respiro ad una manifestazione che ha tutti i presupposti per diventare un punto di riferimento a livello mondiale.
Giulia Calvanese per Radio Bla Bla Network News