Dal 27 ottobre 2023 al 7 aprile 2024 nel meraviglioso complesso dello Spedale degli Innocenti a Firenze si tiene una mostra dedicata al grande artista della Belle Époque.
Negli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e la Prima Guerra Mondiale si è sviluppato un periodo particolarmente affascinante per le sue contraddizioni. La “joie de vivre” dell’alta borghesia e della nobiltà trascinava le persone in valzer ritmati che con loro note più basse lasciavano intuire le paure legate alla scoperta di un mondo nuovo fatto di demoni e fantasmi interiori. Le follie notturne della Parigi di inizio secolo e delle grandi capitali europee nascondevano un substrato angoscioso e malato. In questo contesto la figura e il ruolo della donna assume sfumature rivoluzionarie. Con la fine dell’epoca vittoriana, nasce una donna nuova, albore delle grandi rivoluzioni di genere del ‘900; finalmente essa si scrolla di dosso il perbenismo frustrato di una società che la voleva remissiva e casta, dando sfogo alle sue pulsioni inconsce, sostenuta dalla nascita della psicanalisi e dall’inizio della ricerca sull’io profondo.
In questo contesto vediamo l’arte di Alphonse Mucha spiccare il volo. Le sue donne, seppur in un contesto pubblicitario che le vorrebbe legate a dei cliché di eleganza, sono diverse. Le linee sinuose delle sue litografie create per poster pubblicitari ed etichette di prodotti di consumo, servono a sottolineare sentimenti ed emozioni che si palesano sui volti dalle tinte sfumate. La donna di Mucha non è solo una bella donna che presenta in modo affabile un prodotto, è una donna moderna, connessa al suo mondo interiore, mai volgare anche se talvolta lasciva; dimostra come emozioni fino ad allora considerate oscene (o-scene, fuori dalla scena, nascoste, da non far vedere), non hanno nulla di “brutto” e non per forza sono prive di grazia ed eleganza. Il dialogo visivo con Gustav Klimt è palese.
La mostra, molto ben realizzata, si snoda in un corridoio labirintico, suggestivo, che può essere un lontano rimando al mondo della psiche. Ho apprezzato oltre alle opere esposte, il piccolo tratto immersivo e ho fatto la seguente riflessione. Le mostre immersive sono ormai “alla moda”, sicuramente coinvolgenti da un punto di vista sensoriale, lasciano però il vuoto di non trovarsi davanti alle opere vere e proprie. In questo caso invece trovo che ci sia stato un buon bilanciamento: un accenno immersivo nel contesto di una mostra reale con opere “in carne e ossa” è più che gradevole e offre un momento di svago prima di ricominciare a focalizzarsi sui fitti dettagli delle opere di Mucha. Complimenti, così ci piace!
Inoltre, col biglietto della mostra è possibile visitare anche la pinacoteca del Museo degli Innocenti, piccolo gioiello dell’arte fiorentina. Non dimenticatevi anche di salire all’ultimo piano del complesso museale da cui potrete godere di una vista senza pari sulla sinagoga fiorentina e sulla cupola del Brunelleschi.
Giulia Calvanese per Radio Bla Bla Network News