Questa volta il sabato sera vede una sfida tra giganti: “C’è Posta per Te” Vs “Finale di Sanremo”.

Dato il mio precedente articolo, nessuno avrà dubbi su cosa ho preferito guardare per “spegnere” un po’ il cervello dopo una giornata piegata sul tavolo da lavoro.

Sembra una puntata “in sordina” quella di Maria de Filippi: il primo ospite non c’è, si scompaginano le sequenze a cui ci aveva abituati (i mitici vecchietti non sono più per ultimi ma tra i primi ad “esibirsi”)… e poi BOOOM! Il gran finale con un ospite che da solo vale tutto Saremo (e molto di più): Renato Zero! Lacrimoni per una storia simile alla mia, e poi le sue parole, delicate ma tenaci, con la sua tenera simpatia. A tratti melanconico ma pieno di vita vera, Renato insegna ad aver fede senza vergogna, parla di Dio, dell’Angelo Custode, di speranza e perseveranza, di valori, di quelle cose che, a Sanremo, direbbero forse che sono “bigotte”; ma dare del bigotto a ReRenato è del tutto impossibile e non solo per la sua carriera fuori da canoni e schemi, anche per il modo che ha di parlare di fede, pieno di luce, di calore e di sentimenti reali. Chi è il più alternativo, allora, in questo mondo sempre più violento? Il novello “enfant gaté” che per far parlare di sé tira calci al bello, o il veterano che esce ancora una volta dal sentiero tracciato da una società contemporanea che non lascia facilmente spazio al Credere? Renato Zero è sempre stato unico, coraggioso ed eccezionale, contro corrente, bizzarro e differente, nel senso che fa la differenza, e sempre la farà.