Sarò pure ipersensibile (che come tutte le cose ha due facce della medaglia) ma leggere durante la colazione le notizie relative al comportamento di uno dei cantanti in gara a Sanremo, e vedere le immagini relative, mi ha gonfiato il cuore di tristezza. Non eravamo stufi della violenza, della volgarità, del non rispetto per la bellezza e per la natura? Certo si potrebbe obbiettare che quei fiori erano già recisi e che ci sono problemi molto più drammatici nel mondo (Turchia, Ucraina, Congo…), ma se non cominciamo dal piccolo, come possiamo pretendere di costruire un mondo più “bello”? Quei fiori non sono solo meraviglie della natura, ma anche espressione artistica di chi li ha coltivati e composti su quel palco per omaggiare pubblico, cantanti, telespettatori, ospiti… quei fiori erano dono della vita di qualcuno (che poi giustamente questi qualcuni abbiano percepito il loro onorario è un altro discorso ancora). Ma ormai si sa, il rispetto in senso lato e dell’altro si è perso. Conta il proprio diritto sacrosanto di cantare su quel palco con il microfono o sistema audio (il problema tecnico sinceramente è poco rilevante) che funziona; e allora il proprio diritto passa sopra tutto e distrugge. Al dovere, all’onore, alla gentilezza, al rispetto, alla cortesia… tanti saluti. Attendo e spero che ci siano, le reazioni di chi conduceva in primis, e poi di chi ha potere di scelta ai vertici.
Nel frattempo un consiglio per il cantante, per la sua seconda possibilità futura (che non si nega a nessuno), qualora non ci fossero le condizioni tecniche ottimali per esibirsi, ci si può fermare e renderlo noto chiedendo con gentilezza la risoluzione del problema, oppure, decidere di farcela lo stesso, dimostrando che un problema tecnico non influisce sulla propria bravura. A lei la scelta.
Per quanto mi riguarda, continuerò a non guardare Sanremo.
Ah, stavo dimenticando…
È inutile che sullo stesso palco una signora si vesta da sé stessa nuda per parlare di violenza, odio e quant’altro… un vestito cambierà il mondo e quattro parole non possono cambiare il mondo. Capire dove ci si trova e amare a prescindere da un vestito, amare nel senso più completo del termine, amare senza ricompensa, forse si.